INNO ALLA FELICITA'

Pablo Neruda: “Ode al giorno felice”
La poesia di Neruda è infatti intessuta di vita e di quotidianità e pur essendo l’amore, in tutte le sue forme e nella sua tensione erotica e sensuale, ad essere al centro dei suoi versi, non mancano importanti richiami alla politica e all’attualità, invocando un perenne desiderio di pace. Essa viene vista come il motore della sua poesia, la pace di cui diviene simbolo lo stesso atto erotico come ricongiungimento tra l’uomo e la donna ma anche tra l’uomo e il mondo e la natura, in una sorta di profano panismo.
Neruda, dunque, come cantore della vita, in tutte le sue forme, da quella più carnale a quella ideologica.
In una delle sue più celebri poesie “Ode al giorno felice” lascia emergere proprio il suo slancio vitalistico, ricordandoci, soprattutto oggi, quanto sia importante la gioia di emozionarsi e godere della bellezza del mondo.
Una poesia da leggere e rileggere....

Questa volta lasciate che sia felice, non è successo nulla a nessuno, non sono da nessuna parte, succede solo che sono felice fino all’ultimo profondo angolino del cuore.
Camminando, dormendo o scrivendo, che posso farci, sono felice. Sono più sterminato dell’erba nelle praterie, sento la pelle come un albero raggrinzito, e l’acqua sotto, gli uccelli in cima, il mare come un anello intorno alla mia vita, fatta di pane e pietra la terra l’aria canta come una chitarra.
Tu al mio fianco sulla sabbia, sei sabbia, tu canti e sei canto. Il mondo è oggi la mia anima canto e sabbia, il mondo oggi è la tua bocca, lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia essere felice, essere felice perché sì, perché respiro e perché respiri, essere felice perché tocco il tuo ginocchio ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo e la sua freschezza. Oggi lasciate che sia felice, io e basta, con o senza tutti, essere felice con l’erba e la sabbia essere felice con l’aria e la terra,
essere felice con te, con la tua bocca, essere felice.